Oh che bel castello! Ha più di mille anni, ma non li dimostra.

Oh che bel castello! Ha più di mille anni, ma non li dimostra.

Questo adagio racconta di un castello ed è proprio da qui che voglio partire.

Se in questo periodo di riscoperta del turismo di prossimità, hai voglia di percorrere una strada piacevole e ricca di soprese, ti consiglio di visitare i borghi tra la città di Prato e Pistoia.

Questa parte di Toscana presenta ancora realtà poco conosciute, come ad esempio il Castello o Rocca di Montemurlo. Questo colle su cui sorge la Rocca aveva ed ancora conserva una funzione strategica, da qui è possibile vedere il Duomo di Firenze, di Prato, di Pistoia ed anche il Serravalle fino a Montecatini.

Le origini della Rocca non sono certe, probabilmente risalgono al 987 quando il marchese Ugo di Toscana concesse ai conti Guidi il monastero regio di San Salvatore in Alina presso Montale.

L’imperatore Federico II con diploma del 1120 rese i conti Guidi proprietari e di tutti i castelli e contadi che abitavano. Montemurlo e Javello tornarono quindi ai Conti Guidi e anche il castello di Pecunia presso Montale un miglio sopra la Villa di Celle.

Questi anni sono decisivi per l’espansione di Firenze che è ormai diventato un libero comune e mira ad espandere i propri confini verso Prato e Pistoia.

Nel 1137 i conti Guidi entrarono in guerra con i Fiorentini e persero tutti i loro castelli eccetto Monte Croci e Montemurlo, grazie all’appoggio dei Pistoiesi.

Nel 1203 i Pistoiesi iniziano a muovere guerra ai conti Guidi e sottrassero loro il Castello di Montemurlo e per maggiore sicurezza edificarono il Castello di Montale.

Nel settembre dello stesso anno, con l’aiuto dei Fiorentini, i Guidi ripresero il Castello di Montemurlo.

Nel 1209 i conti Guidi non si sentivano più sicuri perché troppo vicini ai Pistoiesi e a Montale e quindi vendettero il Castello di Montemurlo alla Repubblica Fiorentina. Ne prese il controllo il Vescovo di Firenze.

Nel 1207 i Pistoiesi sono in guerra con i Fiorentini , i Bolognesi e i Conti Guidi che chiedevano di tornare in possesso del Castello di Montemurlo e soprattutto chiedevano la distruzione del Castello di Montale e che questo territorio tornasse con i suoi abitanti ai conti Guidi. Interviene papa Innocenzo III a favore dei Guidi.

Nel 1219 il conte Ruggeri si impegna a vendere il Castello di Montemurlo a Messere Orlandino de’ Pecori potestà di Pistoia. I conti Guidi tardano nel pagamento di 14.000 lire e Messer Orlandino si rivolge alla Repubblica Fiorentina che obbliga i conti Guidi a pagare alcune rendite alla chiesa.

Un anno più tardi nel 1220 Federico II con un diploma conferma la potestà dei Conti Guidi su più di 200 castella, come premio per i servizi prestati dagli antenati di questa stirpe.

Aumenta in questo periodo l’inimicizia tra Pistoia e conti Guidi, istigati dai Pistoiesi gli abitanti del Castello di Montale danneggiano gli abitanti del Castello di Montemurlo, la repubblica Fiorentina interviene e devasta il territorio di Montale arrivando fin sotto le mura di Pistoia, in questa occasione rubano la campana del Castello di Montale, detta Montalina o Montanina e la posizionano sulla torre del Bargello.

Montemurlo è l’avanguardia della Repubblica Fiorentina nel contado Pistoiese, detiene un ruolo troppo strategico perché i Guidi decidano di privarsene, tuttavia proprio per questo motivo è un territorio difficile da difendere.

Nel 1230 avviene la vendita del castello di Montemurlo alla Repubblica fiorentina. Il potere dei conti Guidi ne è molto indebolito. Qui Firenze tenne per molti secoli un presidio capeggiato da illustri cittadini della Repubblica Fiorentina, tra cui Pazzino de’ Pazzi, Giovanni degli Adimari, Neri de’ Pazzi e membri della famiglia Nerli.

Nel 1300 Montemurlo è in potere dei Fiorentini. Essendo ormai nata la contesa tra Bianchi e Neri a Pistoia, molti esponenti di queste fazioni trovarono rifugio a Montemurlo. In altre parole Montemurlo diventa teatro di queste contese e uccisioni.

Nel 1320 Castruccio Castracani degli Antelminelli assedia Montemurlo. Nel 1323 Pistoia diventa tributaria di Castruccio. Si accampa presso la Villa di Aiolo volendo soggiogare anche i pratesi, i Fiorentini arrivano e nel 1323 Castruccio si ritira a Serravalle.

Il secondo assedio di Castruccio avviene nel 1325. Castruccio inizia con morte e devastazione del territorio.

Assedia il Castello di Montemurlo sorvegliato da 150 soldati e da Giovanni degli Adimari e Neri de’ Pazzi. Si appropria della torre di Chiavello degli Strozzi e della torre del Parugiano dei Pazzi. Distrugge queste torri e ne uccide i difensori. Castruccio usa delle catapulte per colpire i nemici, le pietre le preleva direttamente dalle mura del Castello. Gli Adimari e i Pazzi si arrendono.

Nel 1326 il Castello passa a Castruccio che ricostruisce le mura e una parte della Rocca che era stata distrutta.

Nel 1326 Castruccio che ha molto da temere anche dai pratesi, fa costruire delle torri o battifolle in Val Bisenzio (Serravallino), sull’Ombrone verso Carmignano, a Ponte a Agliana tra Prato e Pistoia.

Castruccio muore il 3 settembre 1328.

I Guelfi fiorentini ripartono all’attacco e nel 1329 mirano a Pistoia ma non riescono a conquistarla e così devastano la campagna circostante Pistoia. I Pistoiesi si spaventano e arrivano a patti cedendo il Castello di Montemurlo ai Fiorentini. Rimane ai fiorentini fino al 1489 quando la Repubblica lo vende a Francesco di Tanai de’ Nerli il 30 maggio 1489.

 

 

 

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